In occasione del ventennale della Donazione di Ivan Lacković Croata, nel Museo della Città di Đurđevac, dal 15 dicembre 2017 al 14 gennaio 2018, è stata inaugurata una mostra documentaria in cui abbiamo ricordato il nostro grande artista, benefattore, Ivan Lacković Croata.
In mostra abbiamo potuto visionare le grafiche dell'artista, gli articoli relativi alla donazione, le foto dei visitatori, oltre a quelle relative a Lacković e alle sue visite alla galleria.
Di seguito, presentiamo un testo sull'eccezionale artista e uomo Ivan Lacković Croata, della scrittrice Božica Jelušić, nonché un testo sulla sua donazione, di Edita Janković-Hapavel, curatrice responsabile del museo
Come artista di fama mondiale, il pittore tornava sempre ai ricordi della sua ricca infanzia podravina. Ricordiamo Jung qui: "D'altra parte, la caratteristica dell'infanzia è che, grazie alla sua ingenuità e incoscienza, delinea un'immagine più completa del Sé, un uomo completo nella sua completa individualità, rispetto all'età adulta. Pertanto, lo sguardo di un bambino o di un uomo primitivo risveglierà determinati desideri nelle persone adulte e civili, desideri che riguardano i desideri e i bisogni insoddisfatti di quelle parti della personalità che sono state cancellate dal quadro completo a favore di una persona adattata. In effetti, quasi tutti i dipinti di Lacković della maturità del periodo creativo, hanno tirato un nuovo filo di nostalgia, ci hanno portato in spazi pannonici intrisi di malinconia, con un sottile fregio di acacie, dune di sabbia, boschi di querce e ontani e il torrente Ćivićevca, disteso come una spiga bianca tra i carici e le canne. Il vecchio mondo di Konačar in versione piatta, con colori puri e piani di sfondo eseguiti minuziosamente, è rimasto per sempre conservato all'ombra delle ali dell'airone, che vola come una lancia scagliata verso le sponde ghiacciate della Drava.
Croata, Donatore e amico.
Sarebbe sbagliato credere che Lacković fosse solo nostalgico e malinconico. Chiunque abbia visitato il suo atelier in Ilirska 10 a Zagabria sa quanto fosse interessato agli eventi quotidiani, alle personalità, al progresso della Croazia in tutti i settori, agli sviluppi positivi nella sua patria, alla vita politica, alla promozione di tutti i valori che avrebbero elevato Lijepa Naša agli occhi del mondo. Parlava molto, caratterialmente, con una carica affettiva, e quando ogni tanto si fermava, muoveva le labbra, dicendo sottovoce 1, 2, 3, 4, 5. Contava le dita delle mani e dei piedi dei suoi personaggi, senza mai sbagliare in questi dettagli anatomici. In numerose copie successive delle sue opere, tra l'altro, questo era anche un criterio per riconoscere l'autenticità.