Gazi, Kovacic, Rabuzin (I grandi maestri dell'arte naif in Jugoslavia, volume 1),

 



Questo volume include le opere di tre artisti, Dragan Gazi, Mijo Kovacic e Ivan Rabuzin. L'opera di ogni artista è rappresentata da 15 riproduzioni a colori (tipped-in) e numerose riproduzioni monocromatiche. Il libro include anche discussioni e critiche alle opere degli artisti, insieme a note biografiche e una sintesi delle mostre fino ad oggi. Il testo è fornito in quattro lingue: tedesco, inglese, croato e italiano.


Editore: Vladimir Crnkovic

Casa editrice: Litografia Ricci, Trieste (1 gennaio 1980)

Lingua: inglese, tedesco, italiano e croato

Copertina rigida: 546 pagine


FIALITA' DI QUESTA EDIZIONE


 Scopo de »I Grandi Maestri dell'Arte Naive in Jugoslavia« — di una collana cioè che comincia a uscire e di cui questo è il primo volume — è quello di mettere nel giusto risalto i più importanti autori del naif jugoslavo, presentandoli attraverso una scelta delle loro opere migliori e al  tempo stesso più caratteristiche. Operare una selezione significa scegliere quelle opere che per peculiarità formale e contenuto spirituale sono tali e di tale valore da poter attribuire loro la qualifica di opere d'arte. Il criterio al quale mi sono attenuto in questa selezione è rappresentato dal principio di non prendere in considerazione le opere, intese come cicli d'insieme, nelle quali i valori artistici si manifestano soltanto casualmente o saltuariamente, ma solo quelle in cui questi valori si ripetono con frequenza e sono norma delle creazioni di un autore. È la ragione per cui la scelta si è ridotta a pochi autori, sottolineando in tal modo la loro importanza con maggior vigore. Ciascun volume presenterà alcuni artisti. Accanto ai saggi analitico-sintetici sull'opera di ciascuno di loro, sarà sempre pubblicata una scelta di brani tratti dalle recensioni e dai saggi più importanti dei maggiori critici e teorici dell'arte con i quali concordo, che partono cioè da premesse che non sono in contraddizione con le mie. Ovviamente, la scelta delle citazioni si limiterà sempre ai punti essenziali, ai passi più caratteristici dei saggi, ciononostante, essa permetterà una visione ampia della letteratura che tratta degli artisti presi in esame: I volumi riporteranno anche brani di testi o di dichiarazioni degli stessi pittori e scultori, con i quali essi stessi spiegano determinati loro procedimenti creativi ed interpretano le loro opere, o raccontano particolari della loro vita. 


Le citazioni avranne sempre un legame stretto e logico con le riproduzioni accanto alle quali saranno pubblicate, indicandone le caratteristiche stilistico-morfologiche e tematiche fondamentali, divenendone, cosi, praticamente, un commento e facilitandone la conoscenza. Tuttavia però, poiché le citazioni nella maggioranza dei casi hanno un valore e un significato più ampi, esse finiscono per riferirsi a un tempo a un numero maggiore di opere, a un ciclo tematico o stilistico-morfologico, e alla produzione completa dell'autore trattato. 

Tutti i volumi saranno corredati di dettagliate note bio-bibliografiche, e di un elenco delle mostre degli autori presentati. 


 Il principio fondamentale che mi ha guidato nella scelta del materiale illustrativo è stato quello di far si che il materiale stesso indichi visivamente tutti i contrassegni tipici ed essenziali; è stata quindi dedicata in egual misura particolare attenzione alla scelta delle opere e all'ordine in cui le riproduzioni sono state disposte e fra di loro rapportate. Non ho infatti disposto le riproduzioni in ordine cronologico, ma le ho ordinate invece secondo l'affinità tematica e stilistico-morfologica. In tal modo è più facile vedere tutto ciò che vi è di comune e di essenziale in queste opere. Attraverso i particolari, i frammenti di singole opere, ho cercato di indicare poi ciò che è peculiare e significativo sia per l'opera stessa presa singolarmente sia per la produzione totale dell'autore considerato. In più punti, le riproduzioni sono allineate in serie collegate per analogie tematiche e stilistico-morfologiche, in modo tale da mettere in maggior evidenza le più importanti caratteristiche comuni. Si è voluto presentare ciascun autore con riproduzioni a colori e in bianco-nero in numero assolutamente eguale, per significare che gli autori non vengono confrontati fra di loro sul piano della qualità. Per quanto è stato tecnicamente possibile, ho sempre cercato di pubblicare le riproduzioni delle opere più significative a colori o in grande formato bianco-nero, arrivando cosi a scegliere di ciascun autore una quarantina di opere antologiche, senza, tuttavia, abbandonare mai il criterio critico nella scelta del materiale, anche quando occorreva fornire una più estesa informazione sulla creazione degli artisti presenti. In questo volume, dunque, non viene illustrato tutto quello che i singoli autori hanno creato, ma si presenta, invece, una scelta critica della loro produzione:' In questo contesto, le analisi seguono ed esaminano la produzione di ciascun autore prendendo l'avvio dal momento in cui l'autore ha dato vita ad un suo proprio stile: da quel momento mi sono sforzato di indicare anche la continuità nel processo di evoluzione di ciascun artista, illustrando un'ampia panoramica della sua attività. Ognuno degli artisti presentati, infine, è stato esaminato indipendentemente dagli altri, non si è cercato di trovare le analogie fra l'uno e l'altro, nè sono state definite le differenze che esistono fra di loro. 




 

Peintres naifs

 


Catalogo della mostra 
Peintres naifs
presso la galleria
d'Art Moderne Marie-Suzanne Feigel
di Bale/Svizzera
dal 20 gennaio al 28 febbraio 1968



«Peintres naifs» dalla Jugoslavia

Quando il pittore accademico Hegedusic tornò da Zagabria nel suo villaggio natale di Hlebine nel 1930, alcuni contadini gli raccontarono di un giovane pastore di nome Ivan Generalic, che trascorreva il suo tempo libero disegnando e dipingendo con gli acquerelli. Hegedusic allora cercò questo giovane pastore, ne riconobbe subito il talento e le capacità e lo istruì nella pittura a olio e nelle tecniche del vetro a rovescio, a cui il Generalic presto diede la sua preferenza. Con i suoi dipinti su vetro rovesciato, Generalic continua una tradizione che risale agli inizi dell'era barocca. Ivan Generalic è nato il 21 dicembre 1914 a Hlebine, un piccolo villaggio croato vicino al confine con l'Ungheria. Frequentò la scuola elementare per cinque anni, poi divenne pastore e poi contadino, come è ancora oggi. Dipingeva sempre nel tempo libero, in inverno, nei giorni di pioggia e la domenica. L'incontro con Hegedusic nel 1930 è così significativo perché fu lui a fornirgli i presupposti tecnici per realizzare le sue visioni. Nel corso degli anni, lo stile pittorico di Generalic è diventato sempre più perfetto e il numero dei suoi motivi è aumentato, ma l'ingenuità della sua visione del mondo è rimasta immutata fino ad oggi. Questa ingenuità consiste nell'atteggiamento speciale nei confronti del motivo e della sua rappresentazione. Non ci sono leggi matematiche qui: nessuna prospettiva esatta, le proporzioni delle cose non sono importanti, regole di "proporzione di contenuto". L'arte dei Generalic non appartiene ad alcuna tradizione formale. Egli stesso ha creato le immagini e i simboli per poter riprodurre la quotidianità contadina nelle sue espressioni più elementari. Descrive gli eventi più importanti della vita del contadino; tuttavia, non forma individui, ma il tipo di contadino: nel suo dolore, nella sua paura, nel sorriso o nella danza, al lavoro o a riposo. Il paesaggio, però, varia costantemente: il campo di grano si colora di rosa, il fogliame azzurro, gli alberi autunnali si colorano di un giallo dorato-vermiglio, che ricorda le formazioni coralline. Il reale e il sogno fluiscono l'uno nell'altro. L'intero quadro è chiaramente definito, ma anche modificato dall'arbitrarietà poetica.


Željko Korošec, "Una piccola retrospettiva", aperta fino al 18 agosto 2018.




4 agosto 2018 





Una mostra retrospettiva , completa di opere recenti realizzate negli ultimi anni, di Željko Korošec , nato a Koprivnica (18 maggio 1947) e che, in termini di appartenenza generazionale ed espressione artistica, è un rappresentante della vecchia generazione di artisti originali/ naif/marginale/outsider/art brut degli artisti croati, cercherebbe di mostrare l'opera sconosciuta al pubblico professionale e culturale e sociale più ampio. L'artista schivo, che finora non ha mai esposto a Zagabria, riceverà finalmente il meritato riconoscimento e l'opportunità di esaminare criticamente la sua interessante e originale espressione marginale-naif-originale.

La sua ricerca artistica intuitiva e spontanea segue le migliori opere dell'espressionismo tedesco, in primo luogo Emil Nolde ( Die Brücke) . Korošec non ha alcuna familiarità con il movimento espressionista d'avanguardia e i suoi motivi artistici, quindi la sua vicinanza spirituale ed estetica è sorprendente. Guardando i suoi dipinti, disegni spezzati, pesanti e grotteschi e colori vivaci rosso, viola e verde, è impossibile vedere un uomo senza educazione artistica, che dovremmo collocare nell'arte ingenua. Proprio per questo la sua grandezza e unicità sta nell'aver portato spontaneamente e inconsciamente uno spirito artistico in quell'espressione dimenticata e morta (in gioventù ha ricevuto lezioni dal grande Ivan Generalić ).

"Con un approccio espressionistico al dipinto, che diventa completamente un riflesso di stati e sentimenti interiori, dell'impulso creativo primordiale, vengono creati dipinti significativamente profondi e ricchi che allo stesso tempo contengono una dose di gioia e piacere di fronte all'immagine mistero eterno della vita", ha scritto Marijan Špoljar nel catalogo della sua ultima mostra al museo di Križevci .

La curatrice della mostra è l'illustre storica dell'arte Iva Körbler .

 


Tradotto s.e.&o. da Naive Art info



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