La Via Crucis e la Croce di Vukovar


 LA VIA CRUCIS NELL'ARCO DI DUE MILLENNI E METAFORA DELLA VIA CRUCIS CROATA ATTRAVERSO QUATTORDICI SECOLI

 Questa croce alta tre metri, nella quale sono raffigurate le 14 stazioni della Via Crucis di Gesù Cristo, che dura da duemila anni, e metaforicamente la Via Crucis della croazia legata a 14 secoli della sua tragica storia, è un dono al Santo Padre (Giovanni Paolo II), in occasione della sua seconda visita pastorale in Croazia.


Regalo che è opera dei migliori artisti naif, e che intendono esprimere il loro ringraziamento al Santo Padre Giovanni Paolo II, per il suo enorme contributo per il riconoscimento della Croazia come Stato indipendente e democratico.
La nostra gente abitualmente pensa, metaforicamente, che il contadino per tutta la vita deve tribolare come Cristo.
Naturalmente questa è una allegoria, questa è soltanto una delle innumerevoli prove della fede millenaria del popolo croato in Gesù Cristo.
Questa croce per la quale abbiamo scelto la denominazione di "Croce di Vukovar", (essendo Vukovar il simbolo della lotta croata per la libertà nella guerra d'indipendenza, anche simbolo della "Via Crucis" che ha portato alla resurrezione eterna della Croazia) è simile alla croce di Gesù, alla Via Crucis e alla Resurrezione.
Le madri croate hanno partorito, con sofferenza, nel corso dei secoli, col nome di Gesù sulle labbra, mentre i nostri figli nella guerra per la libertà della Patria sono partiti con un rosario al collo e in punto di morte si sono appellati al Signore.
Per tale motivo questa libertà "artistica" che presenta metaforicamente la passione di Gesù nel paesaggio croato, nei costumi nazionali e con tutte le sue diverse particolarità etnologiche, rappresentano soltanto un modesto desiderio di esprimere la nostra fedeltà al Santo Padre Giovanni Paolo II e la fede eterna del popolo croato (come uno dei popoli più antichi d'Europa), in Cristo e nella Santa Chiesa.




Pertanto, anche se formalmente non esiste la quindicesima stazione della Via Crucis (forse dal punto di vista religioso la più importante), la resurrezione di Gesù su questa croce viene rappresentata come il volo di un gabbiano bianco verso il sole, sui colli verso l'infinito.
Non possiamo affermare che il popolo croato è uno dei più credenti, dei più religiosi popoli al mondo, tuttavia possiamo dire con orgoglio che le relazioni dei croati con la Santa Sede e con gli arcipreti Romani risalgono ai tempi antichi.
I contatti diplomatici fra la Roma Pontificia e i croati risalgono al VII secolo ( intorno all'anno 640 d.C.), durante il pontificato di Papa Giovanni IV Dalmata, mentre il riconoscimento internazionale lo si deve a Papa Giovanni VIII (872-882).
Quattordici secoli dopo, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha riconosciuto la Croazia martoriata e oppressa per secoli, come nuovo Stato democratico, dopo ben quattordici secoli di tribolazioni, culminate nella guerra per la Patria svoltasi dal 1991 al 1995, nella quale con l'aiuto della fede in Dio, con la forza dell'intelletto e con la particolare sensibilità, guidati dalla saggezza e dalla lucida strategia della pacificazione di tutti i croati da parte del Presidente Dott.Franjo Tudman, finalmente e per sempre abbiamo raggiunto il risorgimento nazionale.
Ringraziamo ancora una volta il Santo Padre, non solo con parole, ma anche conducendo una vita atta a valorizzare maggiormente il valore raffigurato nelle opere dell'arte naif croata: Gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.
Preghiamo umilmente il Signore affinchè ai piedi di questa "Croce di Vukovar" il Santo Padre Giovanni Paolo II, almeno qualche volta, come ha fatto finora, si ricordi dei suoi fedeli croati e di tutti i cittadini della Croazia e che preghi l'Onnipotente di darci la pace e la sua benedizione.

Introduzione tratta dal libro "La Croce di Vukovar" in occasione della donazione della Croce a Papa Giovanni Paolo II.















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