BRANIMIR UDILJAK

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Broschure della mostra

BRANIMIR UDILJAK

alla

Galleria "Mirko Virius"

Tkalčićeva 14, Zagabria

29.3.-11.4.1996


Branimir Udiljak è nato il 17 novembre 1945 a Varaždin nello Hrvatski Zagorje. Inizia a dipingere nel 1968, alla classica maniera di Hlebine, ma col tempo, vivendo a Zagabria, abbandona la sua versione poetica della scuola podravina, trovando una nuova strada nella cosiddetta naif urbana in cui cerca anche il suo mondo lirico e poetico. Ha tenuto la sua prima mostra personale a Zagabria. Da allora si sono svolte mostre personali (Trieste, Modena, Monaco, Roma, Torino, Helsinki, Sanremo, Vienna, ecc.) e collettive (Bruxelles, Monaco, Vienna, Udine, Morges, Stoccarda, ecc.). Nelle sue ultime opere, Udiljak entra nel culmine dell'arte naif urbana croata. Vive e lavora a Zagabria. Branimir Udiljak fu uno di quei pittori che, "contagiati" dalla bellezza inebriante dell'arte naif, iniziarono a dipingere sul modello della scuola di Hlebine. Vivendo in città, inizia a riconoscere nuovi temi intorno a lui, nelle strade e nelle piazze, sotto i lampioni e gli orologi pubblici. 


All'improvviso, sul marciapiede, si è aperto davanti a lui un mondo di piccoli destini umani, che egli colloca con la sua caratteristica tenerezza in immaginari ambienti cittadini e attribuisce loro un valore universale. Le piovose serate cittadine di Udiljak, i suoi ombrelli aperti, alcuni giornali calpestati e alcuni personaggi oscuri in piedi o di passaggio nell'anonimato della metropoli - sono diventati le caratteristiche principali di questo talentuoso autore. Da qualche parte, aeroplanini di carta e uccelli atterrano nei suoi dipinti, serpeggiano attraverso i canali dei cassetti dei giornali e ci chiediamo se siano solo giocattoli per bambini o se abbiano qualche altro significato. Una volta un violino è stato lasciato sul selciato, un'altra volta una rosa rossa "sfida" dolcemente da un cartellone, gli aquiloni dei bambini sono scesi sulla città, una bottiglia con un messaggio inserito galleggia per le strade piovose come se fossimo sul vasto mare... Udiljak ci fa sapere che, con le informazioni travolgenti che ci giungono, con mezzi di comunicazione troppo ricchi, rimaniamo soli anche in una notte piovosa e che come bambini cerchiamo un amico con cui giocare, per un calda parola, per un tocco involontario? Sia un fiore avvolto nel giornale che una candela accesa sotto la pioggia ci inviano il messaggio che, anche se siamo soli, stiamo cercando qualcuno o l'abbiamo appena perso.

Ratko Vince




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