Peintres naifs

 


Catalogo della mostra 
Peintres naifs
presso la galleria
d'Art Moderne Marie-Suzanne Feigel
di Bale/Svizzera
dal 20 gennaio al 28 febbraio 1968



«Peintres naifs» dalla Jugoslavia

Quando il pittore accademico Hegedusic tornò da Zagabria nel suo villaggio natale di Hlebine nel 1930, alcuni contadini gli raccontarono di un giovane pastore di nome Ivan Generalic, che trascorreva il suo tempo libero disegnando e dipingendo con gli acquerelli. Hegedusic allora cercò questo giovane pastore, ne riconobbe subito il talento e le capacità e lo istruì nella pittura a olio e nelle tecniche del vetro a rovescio, a cui il Generalic presto diede la sua preferenza. Con i suoi dipinti su vetro rovesciato, Generalic continua una tradizione che risale agli inizi dell'era barocca. Ivan Generalic è nato il 21 dicembre 1914 a Hlebine, un piccolo villaggio croato vicino al confine con l'Ungheria. Frequentò la scuola elementare per cinque anni, poi divenne pastore e poi contadino, come è ancora oggi. Dipingeva sempre nel tempo libero, in inverno, nei giorni di pioggia e la domenica. L'incontro con Hegedusic nel 1930 è così significativo perché fu lui a fornirgli i presupposti tecnici per realizzare le sue visioni. Nel corso degli anni, lo stile pittorico di Generalic è diventato sempre più perfetto e il numero dei suoi motivi è aumentato, ma l'ingenuità della sua visione del mondo è rimasta immutata fino ad oggi. Questa ingenuità consiste nell'atteggiamento speciale nei confronti del motivo e della sua rappresentazione. Non ci sono leggi matematiche qui: nessuna prospettiva esatta, le proporzioni delle cose non sono importanti, regole di "proporzione di contenuto". L'arte dei Generalic non appartiene ad alcuna tradizione formale. Egli stesso ha creato le immagini e i simboli per poter riprodurre la quotidianità contadina nelle sue espressioni più elementari. Descrive gli eventi più importanti della vita del contadino; tuttavia, non forma individui, ma il tipo di contadino: nel suo dolore, nella sua paura, nel sorriso o nella danza, al lavoro o a riposo. Il paesaggio, però, varia costantemente: il campo di grano si colora di rosa, il fogliame azzurro, gli alberi autunnali si colorano di un giallo dorato-vermiglio, che ricorda le formazioni coralline. Il reale e il sogno fluiscono l'uno nell'altro. L'intero quadro è chiaramente definito, ma anche modificato dall'arbitrarietà poetica.


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