I NAIFS JUGOSLAVI

 



Broschure della mostra I NAIFS JUGOSLAVI tenuta al 
MUSEO DI PALAZZO BRASCHI - Roma
dall' 11 al 31 marzo1970



Mi sono azzardato a dire al principio di questo affrettato saggio che i pittori della Scuola Zemlja non sono naif, ma surrealisti. Come i surrealisti della prima ondata, quelli che hanno conquistato rinomanza con tale nome, la Scuola Zemlja parte dalle Fiandre, non dalle Fiandre di Carlo V, ma dalle Fiandre di Brueghel il Vecchio, quantunque non ci sia mai nelle loro opere un dipinto abissalmente umano come la Parabola dei Ciechi. I surrealisti, seguaci del compianto André Breton, non derivano da Brueghel il Vecchio, gioviale uomo nonostante tutto, compresi i tenebrosi accenti che possiede a volte straziato. Essi derivano, invece, principalmente da un pittore, fiammingo anch'esso e della medesima epoca di Brueghel, da Jeronimus Bosch, che anche se dipinge paradisi, possono scoprirsi nei suoi sogni, freudiani oscuri moventi. I surrealisti tuttavia, quelli che si sono sempre detti tali e quelli della Scuola Zemjla, che per la prima volta mi prendo l'ardire di chiamare così, non sono però pittori fuori del loro tempo, non sono pittori anacronistici. In nessun altro pittore del nostro tempo, eccetto in un informale come Fautrier, nei suoi stages e nella sua pittura successivi, la perplessità attuale e il senso di smarrimento tragico che si intreccia in noi alla forsennata speranza di felicità, sono state espresse con tremendo vigore, come avviene nei vecchi surrealisti e in questi nuovi della Scuola Zemlja. 

Giuseppe Ungaretti 
Febbraio 1970




 

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