Il progetto "Problema dell'arte collettiva - il caso di Zemlja" indaga l'Associazione degli artisti Zemlja (1929 – 1935) come uno dei primi esempi di un raduno organizzato e programmaticamente focalizzato di artisti in queste aree. Si è presentato al pubblico attraverso una serie di tre mostre (BAZA, Zagabria, 2016; Pola, A-Festival, Pola, 2017; Gallery Krsto Hegedušić, Petrinja, 2018), e si è concluso con l'omonima edizione nel 2019.
Ci siamo avvicinati a questo sforzo artistico collettivo analizzando il più ampio contesto socio-politico del periodo tra le due guerre. La storicizzazione del 'caso Zemlja' imponeva anzitutto la trascurata questione dei legami dei membri dell'Associazione con i movimenti sociali dell'epoca nelle precedenti narrazioni. Ci interessava come gli artisti intendessero la funzione sociale della loro pratica, ma anche come la critica eteronoma dell'autonomia dell'arte risuonasse all'interno dell'associazione stessa e nel più ampio campo artistico.
Sebbene quasi un intero secolo ci separi dall'azione collettiva del paese e dalla ricerca di una risposta alla domanda su cosa sia rimasto l'arte, l'arte creata collettivamente e destinata al collettivo, queste domande sono ancora attuali. Ciò non significa che sia possibile copiare questo esempio storico nella situazione contemporanea come una ricetta, ma che è necessario aprire uno spazio per una nuova storicizzazione della pratica artistica terrestre.
Nel 2019, la fondazione tedesca Hans und Lea Grundig ha assegnato al gruppo di ricerca (Ivana Hanaček, Ana Kutleša, Vesna Vuković) il premio per il miglior progetto nella categoria storia dell'arte/mediazione.
AUTORI: Ivana Hanaček, Ana Kutleša, Vesna Vuković
STORICO ASSOCIATO: Nikola Vukobratović
DESIGN: Nina Bačun e Roberta Bratović – Oaza
Tradotto s.e.&o. da Naive Art info
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