Persone che leggono diversi tipi di letteratura, dai romanzi, alle opere teatrali, alle rappresentazioni letterarie e artistiche, hanno probabilmente incontrato spesso il termine pastorale. In generale, sanno che è una parola per qualcosa di naturale, piacevole, sul lato opposto della tecnica e del paradigma tecnico, quindi per sua stessa definizione è esposto al pericolo e alla scomparsa. Quindi, ripeteremo la definizione standard, in modo da poter applicare il termine alla nostra vita e all'ambiente locale. La definizione recita: "PASTORALE (pastor, pastoralis) in letteratura è un tipo di dramma con un'atmosfera idilliaca, che sottolinea la bellezza della vita in natura, e i personaggi sono spesso fate, elfi e satiri. Apparve nel XII secolo nella poesia lirica francese antica, come una poesia più breve con dialoghi innocenti tra cavalieri o pastori e pastorelle. Si nutre nel Rinascimento, nel Romanticismo e in altri periodi letterari". Nel contesto scolastico, ci ricorderà il nostro Držić, mentre nella versione più vicina e più recente molti saggisti e parolieri associano questo termine alla pittura, in particolare a quella creata da una fonte naif (principalmente di Hlebine).
I pastori sapevano molto: sui tipi e sulla qualità dell'erba, sulle erbe e sui frutti di bosco, sul parto, sul trattamento e sulla cura del bestiame, sulla sana alimentazione. Mettere i tuberi di patata sotto la griglia, arrostire il mais giovane, girare una pernice allo spiedo, usare un coltello per "scolpire" una statuina o un flauto, condividere un pasto dalla borsa di un pastore di cuoio (così si chiama la pianta del ghiottone in latino! ) in modo che svanisca in due giorni; era tutta la saggezza della loro vita, non trasferibile ad altri.
Nei dipinti delle sue mucche, che dipingerà con fantasia sotto la Torre Eiffel durante il suo soggiorno a Parigi, il Maestro Generalić regala tutto lo splendore del talento del pittore "generale": nel colore, nella composizione, nell'anatomia, oltre a fondersi con il paesaggio della Podravina, le sue Figure, Lettere, Fragole, Rumenka e Šarulje sono davvero i più belli del mondo. Li amava tanto quanto il suo vicino Mishkina, che li chiamava: "Belli, neri, come un fiore di papavero".
Quanto al Toro Rosso, sono stati scritti interi studi su di lui, poiché è metaforico, leggermente ironico, allegorico e pieno di significati nascosti. Nella memoria della pastorale i toni sono diversi, dai sospiri dolci ai gemiti erotici, ma ciò che sempre ci travolge è il dolore per la pace rurale incontaminata, i prati dei campi falciati e la vista del gregge sparso sul pendio o sul ghiaccio, in tutta la cara patria. Forse queste immagini rimarranno l'unica testimonianza dell'esistenza di un mondo del genere e che abbiamo goduto del privilegio di farne parte, una volta, mezzo secolo fa e più.
Božica Jelušić
Illustrazioni: Ivan Generalić / Zdravko Šabarić
Tradotto s.e.&o. da Naive Art info
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