Editore: INA
Numero di pagine: 56
Anno di pubblicazione: 1979
Dimensioni: 17x24 cm
Luogo di pubblicazione: Zagabria
Dimensioni: 17x24 cm
Luogo di pubblicazione: Zagabria
OSOR, INCONTRO DI DISEGNO E MUSICA NEL LAVORO DI
IVAN LACKOVIC CROATA
"....la musique encore et toujours!"
Paul Verlaine
Avendo recentemente variato, di mostra in mostra, i motivi ei temi fondamentali del suo mondo poetico, non era difficile prevedere come Ivan Lacković-Croata avrebbe, prima o poi, dedicato alla musica un certo numero dei suoi cartoni animati. Perché ci sono leggi non dette dei percorsi di ogni talento creativo, che come ineluttabilità lo indirizzano, spesso contro la loro volontà soggettiva, verso percorsi di scoperta e incontri fecondi che da tempo sono stati trovati. Se è così, cosa è realmente accaduto, ora e qui, in questa antica città di Osor quest'estate del 1978, quando quegli attesi cartoni di Lacković finalmente ci travolgono con la voce di pura, non richiesta armonia? Un'intera orchestra, dotata di vari strumenti, canticchia ovattata di accordi nati dalla fantasia, in quello spazio espositivo di Osor, dove alcuni musicisti incantati evocavano scene del mondo delle fate, un incontro ai margini di un sogno azzurro di un compositore perennemente stupito, che nonostante il suo umore variabile, canta la sua ingenua canzone sul miracolo della vita con il suo disegno lapidario e il candore della carta, insistentemente per anni.
Certo, anche quel miracolo potrebbe, non senza ragione, non solo essere nazionalizzato, ma anche drammatizzato. Perché, dopotutto, l'entusiasmante avventura di Lacković va avanti da più di un decennio: ha, ovviamente, i suoi alti e bassi. È ancora in corso e nulla ancora ne prevede l'esito. Cominciò nel momento in cui un talento artistico estremamente lirico, germogliato dal suolo del già affermatissimo circolo di arte naïf di Hlebine a livello internazionale, lasciò il suo ancoraggio, lasciò il suo porto sognante dell'infanzia e della mite sicurezza, e con le vele spiegate salpò arditamente per il mare aperto, - nell'ignoto - su quello. Tutto un mondo familiare e colorato che la curiosità di Lacković assorbì avidamente fin dall'infanzia, un mondo di concretezza e sicurezza, tutte quelle calde casette sotto i tetti innevati e gli intimi cortili della sua nativa Podravina, salici e boschetti - flora e fauna - contadini organizzati, un po' fermatosi nel folklore, l'universo con innumerevoli dettagli sentimentali - è rimasto dietro Lacković, sprofondato nel passato, e davanti a lui si è aperta una vasta gamma di possibilità, sconfinate, oscure e pericolose, che offre solo ai coraggiosi il gioia del gioco.
La calda sicurezza del grembo se n'è andata con ieri: nell'ora della vita con tutte le sue domande esistenziali, il colpo di frusta si è rivelato alla sua curiosità come una sfida aperta al destino. Lacković non lo ascoltò. Le stazioni del percorso di Lacković dal paesaggio lirico della Podravina a queste sue musiciste irreali, che sembrano essere nate da qualche lampada di Aladino incantata - sono ben note, e sono già state commentate molte volte nella storia delle arti visive croate contemporanee. La conclusione con queste sommarie considerazioni è offerta: nel suo percorso artistico, camminando tra paradiso e inferno, Lacković ha incontrato non solo angeli e diavoli, ma interi insiemi di rappresentazioni reali e immaginarie che turbinano in tumulti, odio, passione, lutto funebre e dolore. Conobbe anche le lacrime, la disperazione e le ore beate di un silenzioso mercoledì - ferite del corpo e dello spirito, la morte come sacrificio, assassinio e redenzione - e attraversando in modo un po' sonnambulo questa valle della foresta, la magia della musica fu improvvisamente rivelatogli, come un primordiale miracolo poetico: un livido trasparente si era dissolto nel cielo dopo lunghi giorni di vagabondaggio sotto nuvole temporalesche. E qui, ringraziamo questa scoperta per questo ciclo di disegni!