JOSIP RITOŠA (20 settembre 1929 - 13 febbraio 2021)
JOSIP RITOŠA, uno scultore che ha vissuto una vita appartata e pacifica di un contadino in un villaggio vicino a Hlebine (Ritoševo), circondato dalla natura e dagli animali, ci ha lasciato ieri (13 febbraio 2021) all'età di 92 anni. È nato il 20 settembre 1929 a Hlebine. Ha lavorato come agricoltore e ha iniziato a scolpire nei primi anni '70. Ha partecipato a una decina di mostre collettive. Ha tenuto una mostra personale alla Gallery of Naive Art di Hlebine (insieme a Franjo Talan) dal 28 agosto al 10 settembre 2015.
Il suo lavoro si basa sul mondo in cui è circondato, sulla semplicità della vita. Ha iniziato a scolpire negli anni '70, in parte certamente incoraggiato dall'esempio allora già riconosciuto di Martin Hegedusic. Allo stesso tempo, non assume le forme già pronte di Hegedusic, ma rimane fedele a se stesso, facendo affidamento nel suo lavoro sul proprio sentimento, intuizione. Le sculture di dimensioni per lo più più piccole nel design rimangono estremamente semplici. Con la loro forma rigida e piattezza, riportano alla memoria le sculture dell'antico Egitto del periodo arcaico. Ma invece dei grandi faraoni, lasciano il loro posto ai veri eroi della vita: le persone comuni e le loro vite. Gli argomenti rimangono strettamente legati agli affari quotidiani, all'intrattenimento o alla religiosità. E poi quando presentano un duro lavoro, le sculture irradiano serenità, gioia e allegria. Sebbene le espressioni facciali siano quasi sempre serie, persino martiri, le opere rappresentano puro ottimismo scolpito nel legno. Le forme emergono dall'albero quasi da sole. Il minimalismo nel design produce espressionismo nell'espressione. Le rappresentazioni quasi monolitiche delle espressioni facciali con solo poche semplici tacche a scalpello sono la prova di un'abilità innata e di un senso di importanza, per un uomo - e grazie mille per questo.