IVAN GENERALIC - MONOGRAFIA

 


Titolo: IVAN GENERALIC

Editore: SPEKTAR - ZAGABRIA

Testo in croato, italiano, inglese

Foto in bianco e nero e a colori

Anno di stampa 1984


INTRODUZIONE 


«Dopo aver superato la tendenza dall'ideale verso il reale, e dal reale all'astratto, l'arte oggi si muove dall' astratto al possibile» — sostiene uno dei teoretici dell'arte moderna, che tra l'altro, è lui stesso una stella nell'attuale cielo artistico. È indispensabile citarne anche il nome oltre all'idea, perchè insieme sono ancora maggiormente interessanti. Si tratta dell'oggi, senza dubbio, importante pittore Georges Mathieu. Questo significa che la detta affermazione viene dal cuore dell attualità artistica, cuore più vivo di quanto non lo sembri in un cielo che ci appare più turbato che mai.

 E' perfino inutile rivolgersi a questa turbante superfice dello attuale cielo artistico, talmente essa è ovvia, ci siamo già abituati, coscienti del fatto che la rivoluzione nell'arte continua, persiste nel tempo. Le vittorie, piccole e grandi, si susseguono dinnanzi agli occhi di questo secolo e gli spettatori educati in vari stadi attendono impazienti la vittoria. Attendono la vittoria delle proprie squadre, gli spettatori si estinguono graduatamente, mentre la lotta continua con uguale insistenza, con formazioni sempre diverse, e quello che di essa resta non è Il tempo nè sono le vittorie, bensì — la storia. Visto retrospettivamente, il corso di questa storia, è simile al corso dl un fiume: tutto è chiaro, l'inizio e le sorgenti, gli affluenti e il largo, quieto letto. Ma vivendo in mezzo al vortice del corso stesso, trasportato dal torrente dei fatti accaduti, è impossibile vedere quello che vediamo dalla trospettiva. Perciò anche Mathieu, nonostante sia stato anche lui stesso un torrente, è costretto ad essere indovino. Per essere più verosimile, Mathieu — come Pithia a Delphi — parla del «possibile». Veramente è opportuno ammettere che parlando del «possibile» non ha voluto essere l'erede dell'indovina di Delphi, nella cura nella quale lo è poi risultato. Proprio per questo non è indispensabile accettare le sue affermazioni sia nei dettagli che globalmente, accettano nello stesso tempo una fortunata cornice, che possa riempire il tempo, lo stesso susseguirsi di fatti e vicende in modo perfetto anche se forse inaspettatamente. Il presente del cielo artistico è tanto più interessante poichè nel vero senso della parola racchiude il periodo classico (che mai è stato vivo nel momento in cui diventava tale) della pittura su tavola da una lato e la pittura «inesistente» dall'altro. Tra questi due poli si intensificano i resti dell'astrattismo e l'avanguardia potenziale che gia inizia a negare la pittura stessa incominciando dall «pittura scultorica» e dalla «pittura in movimento» fino agli autori della realtà» artistica transportabile (oggetti di consumo, cioè i loro dettagli, vengono chiamati con altri nomi e così espostti; Marcel Duchamp, Yves Klein). Questo momento nell'attività dell'arte richiama fortemente alla memoria la giungla, cioè non tanto la giungla stessa, quanto quello che questa parola può solitamente significare. Tutta questa vegetazione artistica, in questa foresta apparentemente caotica, è in continuo movimento, ed oltre a ciò tocca continuamente sempre nuove stelle di un cielo parente sempre uguale.


La giungla però non esiste, non c'è alcuna giungla, ad eccezione fatta per quello che solitamente si intende dicendo «giungla», questa giungla non esiste neanche nella giungla vera, perchè anche là è valida la legge della natura come nell'arte, pure in questo momento artistico. Forse questo momento non è affatto come noi lo immaginiamo. Forse sotto le sue manifestazioni visibili e corsi selvaggiamente forti, talmente turbati dalla loro stessa esistenza e da altro, esistono anche manifestazioni e corsi dei quali l'architettura moderna non tiene conto sufficientemente semplicemente perchè non rientrano nella concezione delle sue formule. Parlando della architettura moderna noteremo, anche non volendolo, che è proprio lei il fattore che proietta il cielo dell'attuale momento artistico definendo le dimensioni, il colore e le funzioni delle stelle dipinte. Si, anche le funzioni. Se non è inesatto che il clima dell'integrazione moderna è frutto dell'architettura, se inoltre non è inesatto che tutta la opera pittorica sino ad ora conosciuta avviene in un rapporto senz'altro nouvo vis a vis all'architettura moderna, forse non sarà inesatto cercare questa possibile arte del futuro, oppure già l'altre di oggi, dove si sente la massima resistenza verso la felice idea dell'integrazione, bensì dove questa idea è assolutamente sconosciuta.

Dove bisogna cercare il «possibile»? — Nella realtà dell'attuale momento artistico, oppure nella resistenza nel suoi confronti quantunque possa sembrare lontano e sconosciuto. L'arte possibile si è sempre, senza eeccezione, trovata esattamente dove era impossibile si trovasse, cioè impossibile secondoi punti di vista di allora, gli unici conosciuti in quell'epoca.



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