I NAIFS CROATI


I NAIFS CROATI di Vladimir Malekovic


Volume edito dall'ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI di Novara - anno di pubblicazione 1975
A partire dalla metà degli anni cinquanta la crescita di interesse nei confronti dell'art naif è stata accompagnata da una copiosa letteratura critica, tanto che un argomento che pareva destinato a rimanere riposto fra le pieghe della storiografia artistica ha gradualmente assunto una dimensione imponente e, per taluni versi, persino inaspettata. Si deve osservare, però, che larga parte delle pubblicazioni non solo si rivela incapace di aggiungere alcunchè a quanto è stato detto nei testi fodamentali di ormai anziana datazione ma, per la generalicità delle metodologie d'indagine, diventa anche pericolosa matrice di confusione. Di qui l'opportunità di offrire al lettore questo volume di Vladimir Malekovic che invece, per molte ragioni, è da ritenersi esemplare. Nonostante riferito a un ambito particolare dell'art naif, quello croato, il saggio di Malekovic si costituisce infatti qualem sicuro tramite all'intelligenza dell'art naif in generale, facendo giustizia di tanti malintesi e fraintendimenti che sono andati stratificandosi nel tempo. Prima di tutto perchè pone in evidenza, col soccorso di un dovizioso e accorto repertorio iconografico, l'autentica sostanza dell'art naif, nettamente distinguendila dalle manipolazioni più o meno abili, più o meno astute, che sulla scia della moda (e del richiamo del mercato) i finti "primitivi" non hanno avuto scrupolo di attuare, mistificando ed anzi snaturando tout court l'opera; in secondo luogo perchè l'autore ha cura di rappresentare sia le connotazioni essenziali del linguaggio naif, sia le relazioni che quest'arte intrattiene, in specie presso le scuole contadine, con le tradizioni dell'arte popolare, non scordando gli apporti della scultura lignea o su pietra. Solo a rilevare tutto questo si comprende quanto sia stimolante l'investigazione condotta da Malekovic: penetra nel nucleo fondamentale della "questione" critica, lo esemplifica mediante la rappresentazione degli artisti importanti, fa luce sulle significazioni palesi o sotterranee delle diverse espressioni, debitamente collegandole a un definito sfondo storico e culturale. Più che un bilancio, già di per sè degno del più vivo interesse, ne consegue una guida non facilmente sostituibile per chi intenda avventurarsi nei seducenti territori dell'art naif. Il lettore si renderà conto allora che naif è soltanto l'artista che recepisce l'oggetto in termini magici, il suo atto creativo risolvendosi in una continua, insaziata riscoperta del mondo effettuata al di fuori di ogni mediazione intellettualistica. L'occhio di questo artista conserva infatti lo stupore dell'occhio del fanciullo che compie le prime esperienze sulla realtà, sottraendola alle consuete catalogazioni mentali e destinazioni strumentali, per cui egli non dialoga con essa, ma vi aderisce, vi si immedesima, per plasmarla nella sembianza della rivelazione ricevuta. E' in ragione di questo particolare "stato di grazia", l'unico stato di grazia ancora possibile ad essere riconosciuto nel contesto dell'arte d'oggi, ch'è arte di idee, che al naif è dato di trasmigrare nella sfera del meraviglioso, di cui l'immagine sarà specchio puntuale. Immagine, peraltro, che inverandosi congloberà anche tracce di memorie perdute, larve di sogni remoti, lembi vaghi di schemi archetipali, ora vivificandosi nel dolce solare riverbero dell'Eden ed ora trasalendo per il brivido sottile dell'incubo. Immagine, in ogni caso, che si erge sul piano dell'ineffabilità. Non per nulla Kandinsky, mentre affermava l'avvento del Grande Astratto, giudicava l'art naif l'unica espressione figurale legittima in quanto evocatrice del Grande Reale. A questo punto qualcuno si chiederà perchè l'uomo supercivilizzato del nostro tempo avverta in così crescente misura l'esigenza di abbeverarsi alla fonte dell'art naif. La risposta è agevole, io credo. Immesso in una civiltà tecnologica che opprime la sua giornata similmente all'ossessiva cadenza di una catena di montaggio, che ne condiziona gesti, scelte e comportamento, all'uomo non resta che l'estremo tentativo di recuperare il mondo incontaminato dell'infanzia, di trovare rifugio nel mito dell'Isola Felice o, se si vuole, del Paradiso Perduto. Così, nell'ideale viaggio verso l'Età dell'Oro, egli identifica a livello inconscio il viatico verso la propria salvezza. Solo l'artista naif è in grado di fargli dono di questo prodigio. CARLO MUNARI



Volume published by the INSTITUTE Geografico De Agostini Novara - Publication Year 1975
Since the mid-fifties the growth of interest in naive art was accompanied by copious critical literature, so that an argument that seemed destined to be placed between the folds of art history has gradually taken on an impressive and in some aspects, even unexpected. It should be noted, however, that a large part of the publications not only proves unable to add anything to what has been said in the texts of fodamentali dating older now but, for Generalic methods of investigation, it also becomes dangerous confusion matrix. Hence the opportunity to offer the reader this book by Vladimir Malekovic instead, for many reasons, is considered exemplary. Despite referring to a particular area naive art, the Croatian, the essay constitutes qualem Malekovic you securely through the intelligence naive art in general, doing justice to many misunderstandings and misconceptions that have gone in layers over time. First of all because it highlights, with the help of a wealthy and wise artistic repertoire, the true substance of Naive Art, distinguendila manipulations significantly more or less able, more or less clever, that in the wake of fashion (and recall market) the fake "primitive" had no qualms about implementing, even mystifying and distorting the work tout court; secondly, because the author takes care to represent the essential features of the language is naive, is this art that entertains relations, especially in rural schools, with the traditions of folk art, not forgetting the contributions of wooden sculpture or stone. More than point out all this we understand how challenging the investigation conducted by Malekovic: penetrates the core of the "issue" critical, he exemplifies through the representation of important artists, sheds light on the obvious meanings of the different expressions and underground, connecting them to properly a definite historical and cultural background. More than a budget, in itself worthy of the greatest interest, the result is not easy to replace a guide for those wishing to venture into territories seductive art naïf. The reader will realize then that is only the naive artist who incorporates the object in terms of magic, his creative act lead to a continuous rediscovery of the world's insatiable done outside of any intellectual mediation. The eye of this artist retains the wonder of the eye because of the child who carries out the first experiences of reality, removing the usual mental catalog of instrumental and destinations, for which he interacts with it, but I joined, there is empathic, to shape in the guise of revelation received. And 'because of this particular "state of grace", the only state of grace still possible to be recognized in the context of art today, which is the art of ideas, which is given to naive to transmigrate into the sphere of beautiful that the mirror image will be accurate. Image, however, that indeed congloberà traces of lost memories, dreams larvae remote, vague stretches of archetypal patterns, now in the sweet vivifying solar glare of Eden and now startled to thin the thrill of the nightmare. Image, however, that stands on the ineffability. Kandinsky is not for nothing, but said the advent of the Great abstract, naive art judged the only legitimate expression of the figural as evocative of the Grand Royal. At this point someone will ask why the man of our time supercivilizzato felt in increasing measure as the need to drink at the source of naive art. The answer is easy, I think. Entered into a technological civilization that oppresses his day similarly obsessive cadence of an assembly line, which affects their actions, choices and behavior, humans do is the last attempt to recover the untouched world of childhood, Happy to find refuge in the myth of the island or, if you will, of Paradise Lost. So, in the ideal trip to the Golden Age, he identified at an unconscious level the last sacrament to his own salvation. Only the naive artist is able to give him a gift of this prodigy. Carlo Munari


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